Descrizione
Il Museo di Storia Naturale del Baldo e del Garda Malcesine
Nel castello esisteva già un museo di Storia Naturale. Era un museo di tipo tradizionale, concepito sul modello del Museo di Storia Naturale di Verona, diviso nelle classiche sezioni di Geologia, Paleontologia, Botanica, Zoologia e Preistoria, con materiali nella maggior parte provenienti dalle collezioni del Museo di Verona, integrati da donazioni ed acquisti. Nel corso degli anni ’90 è stata aperta la sezione dedicata al Monte Baldo nel seminterrato con esposizioni di esemplari faunistici di una certa rilevanza a completamento del quadro ambientale che afferisce a Malcesine.
Nel corso del 2005 si sono avuti una serie di colloqui ed incontri con lo staff scientifico del Museo Civico di Storia Naturale di Verona che hanno permesso innanzitutto di prendere visione del museo esistente, di comprenderne il contenuto e il significato, il momento storico in cui è sorto, le relazioni che esso ha avuto ed ha con la comunità locale, il rapporto con il turista, le relazioni che ha con le altre attività culturali sia della Amministrazione che private, il bacino di utenza di chi attualmente lo frequenta.
E’ nato così il nuovo progetto con l’obiettivo di costruire un museo assolutamente nuovo, una storia naturale del territorio di facile apprendimento, di immediata comprensione e di grande suggestione senza per questo cessare di essere rigoroso nei suoi contenuti.
In meno di due anni è nato così il Nuovo Museo di Storia Naturale del Baldo e del Garda, inaugurato il 17 maggio 2008.
Il nuovo museo si sviluppa su 9 sale, all’interno della Casermetta del Castello Scaligero:
Sala I: La profondità
Scopo di questa sala è di “immergere” il visitatore nel lago, creare uno stacco con la realtà esterna e fargli immaginare di essere sul fondo del lago più grande d’Italia per poterlo guardare con occhi nuovi.
Sala 2: La cronologia
L’obiettivo è quello di presentare la formazione geologica del Monte Baldo/Lago di Garda mettendo in risalto quanto si vede attualmente e quale era la situazione di milioni di anni fa. In primo piano il lago con le sorgenti sublacuali e gli strati rocciosi sommersi ed inclinati. Esposti ci sono vari campioni di roccia, che possono essere toccati, delle varie formazioni geologiche (morenico, calcari marnosi dell’Eocene/Paleocene, Scaglia rossa, Biancone, Rosso Ammonitico, Oolite di S. Vigilio, Calcari Grigi, ecc.) che “affiorano“.
Sala 3: la stratigrafia del lago
Questa sala è dedicata alla conoscenza della fauna che abitava una volta queste aree e quella che popola attualmente le acque del Lago. Due vetrine mostrano le specie di pesci viventi nel lago. Un plastico, realizzato sulla base della cartografia fornita dall’Istituto Idrografico della Marina, mostra il lago e la sua profondità, fornendo varie notizie riguardo alla lunghezza, alla larghezza ecc.
Sala 4: il canneto
Questa sala riproduce uno scorcio del Lago rappresentativo delle realtà “storiche”. Neldiorama, sulla sinistra entrando, è ricostruita una zona di canneto dell’area delle palafitte di Lazise. E’ visibile la fauna di superficie che attualmente popola il lago. Si tratta principalmente di uccelli che predano o nidificano nel canneto e grossi pesci che si intravvedono sotto la superficie. Nella vetrina entrando a destra, uno spaccato della fauna “che non si vede” cioè una ricostruzione ingrandita di fauna interstiziale nel suo ambiente (quindi sabbia e sassolini con la fauna che vi si muove in mezzo).
PIANO TERRA
Sala 5: il paesaggio e la vegetazione
Entrando in questa sala, il visitatore esce dall’acqua e si trova di fronte il Baldo con la sua diversità di ambienti. In evidenza le diverse fasce vegetazionali, dall’ulivo in basso ai prati montani sulle vette. Degli sportellini a scomparsa, con dei fori all’interno e una camera posteriore per contenere il profumo, permetteranno di sentire gli odori delle essenze che caratterizzano le piante più significative.
Sala 6: il “ristorante”
L’idea originale nel punto centrale del museo è quella del “ristorante”. Il ristorante “tipico” è forse l’unico posto dove il turista “medio” si accorge della diversità della fauna di un posto. Per questo motivo si è pensato che la ricostruzione di un “ristorante” con il suo menù potesse essere uno spunto utile e particolare per poter parlare della fauna del lago e del Baldo. Lo scopo è anche quello di spingere il visitatore, quando sarà veramente al ristorante, a cercare di confrontare e ricordare quello che ha visto, di offrire quindi una pausa nel percorso e cogliere l’occasione per un momento di riflessone. Negli otto monitor posti sui tavoli della sala sono visibili, attraverso la suggestione dei menu, immagini, tavole e testi che approfondiscono quanto il visitatore può vedere nel museo.
Sala 7: la storia
La storia delle conoscenze naturalistiche del Monte Baldo è molto antica e risale ancora al 1500 quando incominciarono le prime esplorazioni botaniche alle quali seguirono nel secolo scorso le ricerche faunistiche nelle acque del lago di Garda e quelle preistoriche. Vetrinette e pannelli illustrano le personalità più importanti, come Calzolai o Garbini, fondatore della limnologia lacustre.
Sala 8: l’alta montagna
L’argomento della sala è quello della fauna del Monte Baldo e del particolare ambiente che lo caratterizza. Gli animali imbalsamati sono posti su vetri che rappresentano la quota dove gli animali vivono, dai 60 ai 2000 metri.
Sala 9: la fruizione del territorio
E’ questa una sala in cui è possibile indirizzare il visitatore verso i luoghi particolari del territorio. E’ una sala che offre suggestioni senza dare informazioni rigorose. Una sala “leggera” dove il visitatore può sostare ed esprimere il proprio giudizio su quanto appena visto e firmare il registro delle presenze.