Descrizione
La chiesuola fu fabbricata poco prima del 26 dicembre 1647 da Giorgio Zorzi, sopranominato Mezeta, abitante nella casa contigua sulla via, che anche al presente è detta dal volgo « Contrada del Mezeta ». V'è annessa una cappellania comunale, istituita dal medesimo con atto notarile rogato da Calderari sotto la detta su riferita. Il capitale in origine eguagliava 1665 ducati, pari a L. 30469,50, coll'obbligo di 6 Messe alla settimana, e nel 1647era ufficiata da un religioso. La chiesa ha una sola nave coll'imbotte tagliato da un arco in dirittura delle due lesene ai lati dei gradini dei balaustri, che mancano. L'altare, aderente al muro di sfondo, porta due colonne e due cariatidi, e nell'attiro lo stemma della famiglia. La tela, d'autore ignoto, rappresenta S. Nicolò vescovo di Bari, protettore dei naviganti, S. Antonio di Padova e S. Rocco, protettore contro la peste. La parte del volto sopra l'altare e l'altare stesso sono ornati da stucchi e pitture, eseguiti da Bernardino Casari, artista di qui. Nel mezzo del pavimento presso la porta giace la sepoltura di famiglia, coperta da una pietra lavorata a mezzo rilievo con una cornice all'intorno che chiude lo stemma ornato col cappello di protonotario apostolico e l'iscrizione riportata in Appendice. La sepoltura fu fatta eseguire nel 1653 dal figlio D. Gio. Batta Zorzi, dottore nei due diritti, protonotario apostolico e fondatore del legato Zorzi, amministrato ora dalla locale Congregazione di Carità . La chiesetta non ha tetto proprio, perché sostiene locali di proprietà privata. Il campaniletto è a vela, cioè un semplice muricciuolo traforato da un arco, coronato da piccoli merli e croce in vetta. La facciata è semplice: un cornicione sorretto da due paraste e sormontato da attico triangolare, una finestra semi rotonda e una porta rettangolare sagomata.
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Testo tratto da "Malcesine" di Giovanni Borsatti |